La ristrutturazione del debito è una procedura per modificare le condizioni originarie di un prestito di qualunque genere attraverso un accordo con i creditori, così da poter alleggerire l'onere richiesto al debitore. Questo strumento può riguardare scadenze, tassi e periodi di garanzia a seconda delle circostanze e della situazione nella quale si trova il debitore. La procedura può essere messa in atto per due motivi, cioè per risanare l'impresa debitrice oppure per gestire una liquidazione concordandone le modalità con i creditori. In questo modo si evita l'iter fallimentare. La soluzione è stata introdotta grazie alle modifiche di cui è stata oggetto la Legge Fallimentare. L’accordo prevede quattro fasi: innanzitutto il debitore presenta apposita domanda al tribunale con due modalità diverse. Nel primo caso si parla di accordo ordinario attraverso il deposito di una domanda di omologazione del piano già stabilito con la maggioranza dei creditori. Nel secondo caso si ha a che fare con una proposta di accordo e quindi si richiede al tribunale un determinato arco di tempo per potersi accordare con i creditori. Tuttavia, per sospendere i pignoramenti, è necessario certificare che le trattative sono già in atto e che l'accordo è attuabile. Una volta che l'accordo è stato depositato e iscritto viene fissata un'udienza per l’omologazione e il tribunale valuta la propria competenza e verifica se è possibile pagare integralmente i creditori che non rientrano nella trattativa e se l'accordo possa riguardare almeno il 60% del ceto creditorio. Infine l'accordo viene eseguito materialmente.
Esistono tre soluzioni diverse per estinguere il debito con una ristrutturazione: ad esempio può essere convertito in capitale e si trasferiscono al creditore quote o azioni della società. Di conseguenza è necessario un aumento di capitale pari al valore contabile del debito. In alternativa si possono trasferire una o più attività attraverso lo storno del valore netto contabile della cessione e del valore contabile del debito estinto. Infine è possibile emettere un prestito obbligazionario convertibile e il creditore si impegna a sottoscrivere quote o azioni della società a partire dalla data di sottoscrizione. Il valore della sottoscrizione deve essere pari a quello del debito contabile e questa procedura viene messa in atto a determinate condizioni. Bisogna tenere a mente che possono accedere alla ristrutturazione debitoria soltanto le imprese private o gli enti pubblici in insolvenza (impossibilitate a pagare i propri creditori con metodi normali) oppure in crisi. Questo termine comprende però un'ampia gamma di situazioni che vanno analizzate con attenzione. La ristrutturazione del debito, quindi, può riguardare qualunque impresa agricola o commerciale (sia società che ditte individuali), tuttavia queste realtà devono soddisfare i requisiti dimensionali indicati nel primo articolo della Legge Fallimentare. Inoltre è fondamentale ricordare che l'accordo di ristrutturazione deve prevedere il benestare dei creditori ed essere concordato con un numero sufficiente di soggetti per interessare almeno il 60% dei crediti del debitore. Questa procedura può riguardare anche il Fisco e gli Enti previdenziali, però questi creditori devono rispettare quanto previsto dal procedimento per la transazione fiscale e previdenziale quando stilano l'accordo di ristrutturazione. In secondo luogo può riguardare anche un singolo creditore se questi possiede almeno il 60% del credito in quanto la procedura prevede la partecipazione sia dei soggetti chirografari che di quelli privilegiati a seconda dell'entità del debito di cui sono titolari. I creditori che non partecipano all'accordo oppure che dissentono dalle condizioni previste vengono definiti attori estranei e quindi vanno pagati integralmente rispettando le scadenze previste.
Un accordo per la ristrutturazione del debito consente all'impresa o alla società debitrice di ottenere numerosi vantaggi. Innanzitutto si può usufruire della sospensione dei pignoramenti, delle ipoteche e delle altre azioni cautelari durante le trattative chiedendo al tribunale di fissare un termine per la definizione dell’accordo con i creditori. Al tempo stesso non sono previsti vincoli particolari per quanto riguarda le condizioni e il contenuto dell'intesa, a eccezione del rispetto delle norme di legge vigenti. Il titolare dell'impresa in questione può continuare a gestirla, a differenza di quanto accade con la procedura di fallimento. Inoltre durante la procedura l'impresa ottiene un'esenzione per l'applicazione delle norme societarie, in particolare quelle riguardanti lo scioglimento della società per riduzione o perdita del capitale e la riduzione di capitale per perdite. Aderendo a questa modalità di ristrutturazione la ditta può comunque ottenere finanziamenti grazie ai quali poter superare la situazione di crisi o concludere una transazione fiscale e previdenziale.