Il finanziamento chiamato cessione del quinto è una particolare tipologia di prestito a cui possono accedere lavoratori dipendenti e anche pensionati. Il prestito cessione quinto comporta una restituzione delle rate che avviene direttamente tramite una trattenuta sulla busta paga o, nel caso dei pensionati, sulla pensione. Come è possibile intuire dal nome di questo tipo di prestito, l'ammontare della trattenuta può essere al massimo di un quinto, ovvero del venti per cento, sul totale netto del salario percepito come lavoratore in busta paga o della pensione.
Questo tipo di prestito può essere richiesto da chiunque svolga un lavoro di tipo dipendente a tempo indeterminato sia in ambito pubblico che privato. Per poter accedere al finanziamento, il contratto di lavoro deve essere attivo da almeno tre mesi.
Nel caso di dipendenti di aziende private, l'ente finanziario o la banca potranno riservarsi di valutare il livello di garanzia offerto dall'azienda. A tal fine sarà considerato il capitale sociale e le eventuali precedenti autorizzazioni di analoghe cessioni ai propri dipendenti sarà considerata come prova di precisione nei pagamenti.
Il prestito cessione quinto può essere richiesto anche dai lavoratori con contratto a tempo determinato o a progetto, in tali casi, i tempi di restituzione del prestito non potranno superare la durata del contratto di lavoro. Dal 2005, la possibilità di accedere a questo tipo di prestito cedendo parte della retribuzione percepita è stata estesa anche ai pensionati di qualsiasi ente pensionistico.
La durata minima della cessione del quinto è di ventiquattro mesi, quella massima è invece di dieci anni. Nel caso in cui il prestito sia concesso ai pensionati, la restituzione dovrà avvenire entro gli ottantacinque anni d'età, anche se alcuni istituti eroganti considerano come limite massimo il compimento dei novant'anni.
Il prestito cessione quinto prevede un coinvolgimento diretto del datore di lavoro che provvederà a versare l'ammontare delle singole rate trattenute dalla busta paga del lavoratore dipendente, all'istituto erogante il finanziamento.
Conseguentemente alla sottoscrizione del contratto per la cessione del quinto, il datore di lavoro avrà due obblighi fondamentali da rispettare.
Il primo obbligo è quello di trattenere dalla busta paga del proprio dipendente la somma indicata nel contratto come rata della restituzione del prestito e versarla direttamente alla banca erogante. Tale vincolo rimarrà attivo per tutta la durata del contratto di cessione, a meno che non avvenga un'interruzione del rapporto di lavoro. Nel momento in cui la busta paga venga interrotta o sospesa per motivi di licenziamento, dimissioni o aspettativa, il datore di lavoro ha la facoltà di interrompere il versamento dell'ammontare della rata. Il datore di lavoro è infatti incaricato di effettuare il pagamento, ma non ha la responsabilità che questo avvenga in modo corretto.
Nel caso in cui il rapporto di lavoro si interrompa definitivamente per la consegna di dimissioni da parte del dipendente o per il suo licenziamento, l'unico obbligo che il datore di lavoro ha è quello di trattenere tutte le somme maturate presso l'azienda dal dipendente e versarle all'istituto erogante. Tale versamento sarà utilizzato per estinguere in modo totale o parziale il debito rimanente. Le somme da trattenere sono il totale di quelle maturate a partire dal momento in cui il rapporto di lavoro si interrompe per volontà dell'azienda o su richiesta del lavoratore e comprendono, oltre alla liquidazione normalmente spettante, la tredicesima, l'ultimo stipendio, le ferie e i permessi non ancora goduti.
L'accettazione di un contratto prestito cessione quinto prevede delle garanzie specifiche. Nel contratto è obbligatoriamente inclusa un'assicurazione sul rischio impiego e sul rischio vita. Nel caso di cessione del quinto per pensionati la polizza assicurativa comprende esclusivamente il rischio vita.
In caso di perdita di lavoro l'assicurazione interviene, ma ha il diritto di rivalsa sul debitore avendo come limite la cifra maturata fino a quel momento come TFR. L'ammontare del TFR viene conservato dall'azienda in un fondo apposito e non è accessibile da parte del dipendente che ha stipulato un contratto di cessione del quinto
Quando si è invece di fronte ad un decesso, l'assicurazione provvede ad estinguere completamente il debito contratto senza esercitare alcun diritto di rivalsa sugli eventuali eredi.
Il prestito cessione quinto limita notevolmente le possibilità di insolvenza volontaria da parte del debitore. Una volta che il contratto è avviato, i rimborsi delle rate avvengono in modo automatico e il pagamento non può più essere revocato dall'utente. La modalità di pagamento tramite ritenuta in busta paga costituisce di per sé una garanzia che permette di accedere a questa forma di finanziamento anche a coloro i quali sono stati precedentemente segnalati come cattivi pagatori o siano stati protestati.